Ieri, 28 settembre 2012 una signora di 72 anni della quale non so nemmeno il nome, ma riguardo alla quale avevo ricevuto una disperata, ma tardiva richiesta di aiuto da parte di una sua amica, è deceduta in una clinica svizzera specializzata nell’assistenza al suicidio. Avendo ormai perso ogni fiducia nei medici, non ha voluto tentare più nulla, nemmeno di parlarne con me , nonostante un rapido intervento pubblico di molti miei pazienti pronti a portare la loro testimonianza. Ha scelto la morte quale via di uscita dalle sue vertigini ricorrenti, divenute troppo frequenti e invalidanti. Dedico a lei e alla sua assurda e incomprensibile vicenda questa lunga pagina.
Il settore delle vertigini e dei disturbi dell’equilibrio sembra “incollato” a legami tradizionali e “popolari” davvero inspiegabili, con una superficialità davvero raccapricciante che mi auguro (ma le cattive abitudini sono dure a morire) sia destinata nel tempo a terminare. Il paziente è spesso costretto a navigare tra molti medici, strutture e terapie, per ricavarne magari poco o niente, fino a credere che davvero (nulla di più falso) se lo debba tenere. In questo lungo documento, dedicato a descrivere la frequente “odissea del paziente vertiginoso” descrivo cosa generalmente avviene a livello di medicina di base, per poi passare a valutare le lacune della medicina specialistica, la carenza generale “culturale”, e le conseguenze che la mancanza di un vero ragionamento diagnostico ha inevitabilente sulla terapia.
Il mio personale approccio al paziente affetto da vertigini ricorrenti o da disturbi soggettivi dell’equilibrio (senso di instabilità più o meno continuo) ha richiesto per molti l’integrazione dell’anamnesi (ovvero della caratterizzazione del tipo disturbo riferito dal paziente) con indagini strumentali particolari. Nessuna indagine potrà mai però essere sufficiente se dietro non c’è una preparazione culturale specifica, un costante desiderio di aggiornamento, l’esperienza diretta, il ragionamento clinico, la conoscenza dell’anatomia e della fisiologia del labirinto e del sistema vestibolare. E se dopo molte migliaia di pazienti visitati, non ritengo ormai da anni più necessario sottoporre i pazienti alle complesse indagini strumentali che eseguivo in passato, molte delle quali ancora oggi sconosciute o correttamente interpretate dalla maggior parte degli otorinolaringoiatri, quali la videonistagmografia tridimensionale, l’elettrococleografia, la stabilometria, lo studio della verticale soggettiva, i test rotatori tridimensionali, i potenziali evocati vestibolari e così via, che mi hanno permesso di comprendere meglio questo delicato argomento, reputo tutt’ora indispensabile per i medici che non si sono fatti una reale esperienza con queste indagini e con i risultati che da queste derivano, farsi la loro esperienza diretta personale prima di “sposare” alla cieca o al contrario “criticare a priori” le osservazione che dalle mie ricerche sono derivate..
Tutte le crisi ricorrenti (ovvero più di una, non sto parlando di un singolo episodio isolato che potrebbe pur sempre essere dovuto ad un danno labirintico) di vertigine, di qualunque durata e di qualunque natura, nonché tutte le disfunzioni soggettive della percezione di equilibrio (disequilibrio soggettivo cronico) derivano sempre da una disfunzione reversibile del labirinto dovuta ad eccesso di liquidi (esattamente quell’idrope che nelle forme complete determina la malattia di Meniere), dimostrabile e confermabile sempre con gli opportuni accertamenti, sebbene personalmente oggi, dopo averlo confermato in migliaia di pazienti io non abbia più la necessità di provarlo. Il che, esercitando io solo in libera professione mi ha permesso di ridurre progressivamente i costi al paziente, girare per molti ambulatori italiani avvicinandomi ai pazienti e oggi di proporre perfino le videoconsulenze su skype.
Ma se tutti avessero agito come ho fatto io, studiando migliaia di pazienti “veramente” e “a fondo” e proponendo terapie diverse da quelle solite, sono certo che sarebbero giunti, se in buona fede (SE in buona fede, cosa della quale spesso dubito), alla stessa conclusione tutti gli specialisti.
In pratica io so ormai perfettamente da dove vengono le vertigini e come si curano e infatti ci riesco sempre, ma comprendo anche che i medici e anche gli stessi pazienti, abituati per anni a sentirsi raccontare di tutto e di più sull’argomento, fatichino ad accettare una conclusione così semplicistica. E allora spesso io farò riferimento in questa pagina alla necessità di studiare il paziente , anzi, molti, tanti, tantissimi pazienti con esami specifici, sebbene questo possa sembrare paradossale visto che proprio io, invece non ne eseguo più nessuno. Ma io le vertigini le ho già capite e ho già imparato a curarle. Da anni. E ho potuto farlo perchè quegli esami, tanti, tantissimi, e su tanti, tantissimi pazienti li ho eseguiti, interpretati, e sfruttati per capire già in passato, e per molti anni. Ma solo una minima parte dei pazienti ovviamente giunge a me e fa la mia terapia… E non basta che io sappia aiutare… bisogna che imparino anche gli altri… E se come immagino questo documento lo leggeranno ben pochi medici,. fateglielo leggere voi pazienti…
Si inizia andando dal medico di base…
Le indagini più frequentemente richieste a livello di medicina generale, al paziente affetto da vertigine, sono purtroppo ancora oggi la radiografia della colonna cervicale, il doppler dei vasi del collo, la TAC cerebrale. Sono tutti decisamente esami inutili ce mai potrebbero dare alcuna informazione.
La “cervicale” non ha mai dato e mai darà a nessuno crisi di vertigine acuta e può solo contribuire, semmai, attraverso i recettori muscolari e articolari (che non si vedono certo in una lastra del collo) ad aggravare un disequilibrio soggettivo cronico e solo in presenza di una disfunzione di uno o di entrambi i labirinti (orecchio) che ne è la vera causa. La “leggenda della cervicale” deriva solo dall’esperienza comune a tutti i pazienti che la vertigine può essere scatenata od aumentare con il movimento o la rotazione della testa. La vertigine non ha però nulla a che vedere con la torsione od il piegamento del collo, tanto che avverrebbe anche per movimenti o rotazioni passive in sincronia con il resto del corpo, che non comportino alcuna modifica a livello cervicale. Per pura casualità, davvero si sono poi scoperti recettori cervicali in qualche maniera implicati, ma con un ruolo secondario rispetto al labirinto, nel controllo posturale, ma non bisogna confondere i propriocettori muscolari ed articolari cervicali (non certo valutabili, va ribadito, con un lastra del collo) con l’artrosi cervicale, che non c’entra davvero nulla. Se poi si vuole ancora credere alla favola che l’artrosi cervicale agirebbe “strozzando” l’arteria vertebrale… passate al paragrafo successivo.
Un problema a livello dei grossi vasi del collo (i cosiddetti tronchi sopra-aortici), se tale da determinare una vera ostruzione e limitazione dell’afflusso ematico al cervello dà problemi ben più gravi neurologici che non una vertigine o un problema di udito o un acufene. Cercare con il doppler la causa delle vertigini nei grossi vasi del collo è come controllare il traffico sull’autostrada per sapere perché si è bloccato l’ascensore a casa vostra. Il labirinto riceve l’intero apporto di sangue, ossigeno ecc, da un piccolo vasellino sanguigno (l’arteria uditiva interna o arteria labirintica) di terza o quarta generazione rispetto alla grossa arteria vertebrale, a cui tanti danno importanza, senza alcun vero motivo. Per chi fosse curioso o per qualche medico che non lo sapesse o ricordasse: arteria vertebrale -> tronco basilare -> arteria cerebellare anteriore inferiore (AICA) -> arteria labirintica o uditiva interna. A sua volta poi l’arteria labirintica si ramifica per le varie zone del labirinto, per cui, ad esempio, se l’unico sintomo è la vertigine, l’eventuale blocco circolatorio, deve essere cercato ancora più in periferia, nei singoli vasellini che derivano direttamente o indirettamente dalla già piccola arteria labirintica stessa. E’ che chiaramente non possono certo essere valutati con il doppler!!! Oltretutto, forse ci si dimentica che se il sangue non arriva ad un tessuto specializzato (come i recettori dell’orecchio interno) per poco più di qualche minuto, quel tessuto ce lo siamo giocato definitivamente (necrosi ischemica) il che mal si accorda con le vertigini recidivanti. Per inciso, prescrivere farmaci per la microcircolazione dopo settimane o mesi dall’insorgenza di un disturbo è come fare la respirazione “bocca a bocca” dopo una settimana per soccorrere uno che è affogato sette giorni prima. Di solito con questi farmaci ci si “ossigenano” solo le case farmaceutiche, non certo l’orecchio dei pazienti.
La TAC cerebrale, infine, se senza mezzo di contrasto come ancora oggi viene spesso richiesta, potrebbe tranquillizarci sull’assenza di un grosso tumore del cervello (la TAC delle rocche petrose, nemmeno su questo). Purtroppo però, l’unico tumore (benigno) che ci interessa scoprire visto che è l’unico che potrebbe in teoria dare questi disturbi, sebbene sia piuttosto raro, è il neurinoma dell’acustico (ce se ne sarebbero altri, ma stiamo semplificando), che avendo le stesse caratteristiche densitometriche alla TAC rispetto al normale tessuto cerebrale, semplicemente non si vede, nemmeno se grande, se non si ricorre al mezzo di contrasto in vena, che comunque ci fa vedere solo eventuali tumori di una certa dimensione minima. E su questo basta che chiediate conferma a qualunque radiologo, anche non particolarmente specializzato in neuroradiologia. L’unico modo di escludere un neurinoma dell’acustico, anche di piccole dimensioni, se già non bastassero gli esami strumentali a tranquillizarci, è la risonanza magnetica, da richiedere peraltro con metodiche particolari (3D), o come minimo, anche in questo caso, con il mezzo di contrasto paramagnetico (gadolinio). Comunque, che un neurinoma si manifesti solo con crisi di vertigine e disturbi soggettivi dell’equilibrio è teoricamente possibile ma piuttosto raro. Di solito, se c’è, il disturbo consiste in una instabilità vera e propria.
Non sarebbe più serio, professionale e… umile inviare il paziente ad un bravo specialista di fiducia, invece che tentare di far da sé, diagnosi e perfino terapia, senza averne i mezzi né specifiche competenze? Chi sceglie di occuparsi di medicina generale non può sapere tutto di tutte le patologie, ed è teoricamente per questo che esiste la medicina specialistica. Si potrebbe obiettare che non si sa a quale specialista inviarlo. Da chi si occupa di vertigini, qualunque sia la sua specialità, purchè abbia ben chiaro il ruolo dell’orecchio e come trattare il disturbo. A condizione ovviamente che lo specialista al quale sia invia il paziente sia giudicato realmente competente e bravo e abbia già dimostrato sul campo di saper essere utile davvero ai pazienti e non per squallidi motivi di interesse derivanti da accordi tra medico di base e specialista, come purtroppo (per fortuna non è la regola) ancora spesso avviene.
Non c’è da stupirsi se poi i pazienti saltano il medico di medicina generale e cercano su Internet, visto che chi dovrebbe aiutarli a trovare lo specialista giusto spesso non lo fa, costringendoli a cercarselo da soli.
Ancor più auspicabile sarebbe la collaborazione diretta tra chi è generalmente più vicino al paziente (il medico di base) e chi ha maggiori possibilità diagnostiche e terapeutiche per esperienza e preparazione specifica e disponibilità di attrezzature diagnostiche, anche se come vedremo, purtroppo il solo essere specialista non vuol dire necessariamente saperne di più. Lastre della cervicale, doppler, TAC, o esami di laboratorio a tappeto senza nemmeno sapere cosa si sta cercando, sono comunque esami, per questi disturbi, assolutamente inutili che non possono darci alcuna informazione specifica e sarebbe ora di smettere di richiederli, con buona pace delle tasche del paziente e soprattutto dello Stato.
Se poi parliamo di terapia, è da brivido pensare che praticamente quasi tutti i medici di base prescrivono sistematicamante MICROSER o VERTISERC (betaistina) e che nessuna abbia ancora capito che non serve assolutamente a nulla…
E a quel punto si va dallo specialista…
Ma anche salendo di livello (pur se molti colleghi di medicina generale sono di “livello” in realtà ben superiore rispetto a molti specialisti) la maggior parte degli specialisti, purtroppo, si limita ad proporre solo le indagini più tradizionali quali l’esame audiometrico o tutt’al più, l’ esame vestibolare calorico (quello con l’acqua nell’orecchio per intenderci). Con una evidente passione di qualcuno per i neologismi, questi due esami, che non c’entrano nulla l’uno con l’altro, vengono spesso definiti “l’esame otovestibolare” (e con questa definizione viene spesso richiesto anche dal medico di base), che non vuol dire proprio nulla e che illude sull’idea che davvero si sia studiato, con questi due soli accertamenti, l’orecchio.
Circa l’esame audiometrico va sottolineato con quanta facilità si tenda superficialmente ad escludere il ruolo dell’orecchio, solo perché il paziente non ha problemi di udito. Il che equivale a dire che se uno ha la congiuntivite, che non limita la vista, e un occhio rosso come un pomodoro, non ha un problema di competenza dell’oculista perchè in fin dei conti, ci vede benissimo!
Per quando riguarda l’esame vestibolare calorico (definito da molti l'”esame vestibolare”, sebbene sia quello meno affidabile di tutti gli “esami vestibolari”), da solo questo non è certo granché utile, anche in considerazione della metodica con la quale viene generalmente eseguito. L’ esame vestibolare con irrigazione con siringa della sola acqua fredda in posizione seduta (metodica di Veits, ancora oggi purtroppo la più praticata) ed osservazione diretta del medico attraverso gli occhiali illuminati o peggio ancora ad occhio nudo (il che è impossibile, visto che il nistagmo si attenua o scompare con la fissazione visiva), infatti, oltre ad essere poco tollerato per l’intensità della vertigine provocata, è del tutto inaffidabile e scarsamente riproducibile.
Questi due esami (l’audiometrico – e chi la detto che una vertigine debba sempre accompagnarsi a sordità? – e l’esame vestibolare calorico – e chi l’ha detto, peraltro, che debba essere alterato?) non sono comunque assolutamente in grado, da soli, dirci proprio nulla.
D’altronde, però, e ne riparleremo a proposito dei medici e centri più specializzati, anche l’effettuazione di numerose indagini senza nessuna reale interpretazione diagnostica conclusiva non ha alcun beneficio per il paziente. Ma come già detto nell’introduzione, chi con questi accertamenti non si è fatto mai le ossa e l’esperienza ha il dovere di proporli per verificare cosa ne deriva invece che limitarsi solo (per risparmiarsi l’acquisto delle macchine necessarie) a dire che non servono a nulla o a fidarsi di quel che dicono altri. Ogni medico deve (dovrebbe) anche contribuire ad aggiungere qualcosa a quel che trova e non solo limitarsi a scopiazzare quel che fanno gli altri. Di specialisti ce ne sono anche troppi… È la voglia dire, fare, sperimentare , ideare, verificare, contestare quel che tutti dicono se non si è d’accordo, che manca, purtroppo.
A ciò va aggiunto che, in assenza di sintomi uditivi specifici, praticamente mai (se non con un semplice esame audiometrico) viene indagato a fondo il settore uditivo del labirinto (coclea) che, invece, in pazienti con vertigini o disturbi dell’equlibrio presenta molto spesso alterazioni, magari asintomatiche. In particolare lo studio delle otoemissioni acustiche (che molti specialisti non sanno nemmeno cosa siano) è stato da me utilizzato per anni di routine essendo uno degli esami più importanti per riconoscere una disfunzione del labirinto grazie la sua sensibilità.
Nella maggior parte dei casi al paziente, ancora oggi, si propone solo ciò che rientra nelle proprie possibilità e conoscenze di base, magari mai aggiornate, dimenticando che un titolo di specializzazione non vuol dire proprio nulla. Poi bisogna anche imparare ad “essere uno specialista”, il che spesso vuol dire anche scegliere settori di maggior interesse da approfondire rispetto ad altri, visto che oggi per sapere e saper fare in tutti i settori dell’otorinolaringoiatria, non basterebbe un’intera vita professionale. Anche per uno specialista vale quindi esattamente quanto detto per la medicina di base: non sarebbe più serio, professionale e… umile inviare il paziente ad collega o ad un centro specializzato con maggior esperienza in quel determinato settore, invece che tentare di far da sé, senza averne i mezzi o le competenze specifiche o entrambi?
Mi si potrebbe obiettare che uno specialista privato di “territorio” o un piccolo ospedale di provincia non può permettersi di inviare ad altri centri o altri specialisti più attrezzati tutti i pazienti con vertigini (una delle più frequenti cause di visita e ricovero in generale), ma sinceramente non crediamo che i diretti interessati (ovvero i pazienti) siano commossi più di tanto dai problemi personali dei medici o delle strutture. Loro chiedono solo che si faccia quanto possibile per farli stare bene. E siccome si può (la vertigine tutto è tranne che un problema misterioso ed incurabile), si deve fare. Io ad esempio, anche quando mi occupavo di altri settori dell’Otorinolaringoiatria ho sempre inviato regolarmente ad altri colleghi specialisti Otorinolaringoiatri tutti i pazienti che mi abbiano contattato per un problema nel quale io non mi sentivo di poter offrire qualcosa di meglio o almeno all’altezza di altri.
Quanti fanno altrettanto? A me, stranamente, dai colleghi specialisti pazienti non sono arrivati MAI…nemmeno da quelli a cui io mando i mei! Devo proprio essere un pessimo medico per i mei colleghi…o forse il paziente è come il maiale…”non si butta mai nulla”! Come altre attività la medicina richiede la capacità di emergere dalla mischia sapendo offrire qualcosa in più. E per farlo bisogna scegliere uno o due settori specifici, esattamente come, in atletica, uno specialista dei 100 m ha sempre più possibilità di ottenere tempi migliori che non uno che pratica dieci specialità contemporaneamente. Forse il problema è che di medici e di specialisti, in Italia, ce ne sono anche troppi, e siccome tutti devono lavorare….è molto difficile che il paziente venga inviato ad altri, meno che mai nell’ambito libero-professionale, pur sapendo (e lo si sa…) che qualcun altro potrebbe offrirgli di più.
A livello specialistico, inoltre, e questo è un altro problema da superare, si tende molto a non camminare “fuori dal seminato (da altri)”, per cui se, presi in colloquio privato tra colleghi, molti specialisti concordano che la maggior parte delle vecchie teorie sulle vertigini e relative terapie sono delle colossali “bufale”, in pratica continuano ad attenervisi nella pratica quotidiana, soprattutto libero-professionale, perché “se sbagli come sbagliano gli altri si può tollerare, ma se sbagli per aver voluto fare di testa tua…”. Ovvero le belle idee ce le avrebbero in tanti ma poi in pratica hanno tutti paura di sbagliare ad applicarle e di restare “cani sciolti” se vanno fuori dal coro.
Secondo molti specialisti, comunque, l’essere umano è talmente sfortunato da essere circondato (come se non bastassero i problemi più reali) da virus cattivi che ci danneggiano i labirinti o i nervi ed è a continuo rischio di “trombosi” o di altri problemi circolatori… magari pur se il paziente in questione ha solo vent’anni!!!. E’ bene ribadire che con la sola eccezione (a quanto sappiamo) dell’herpes virus varicella-zoster (quello del “fuoco di Sant’Antonio” per intenderci) e forse di quello della parotite, non si è mai davvero potuto accertare (al di là di pure congetture teoriche) che davvero i virus possano dare problemi all’orecchio interno. E altrettanto vale per la microcircolazione dell’orecchio, per la quale non esiste alcun esame in grado di darci alcuna informazione affidabile.
E allora perché continuano a dire che si tratta di virus o di circolazione? Nessuno ci crede realmente, ma qualcosa al paziente tocca pur dire!!
In molti casi quindi, per tutte queste ragioni, il paziente, convinto di aver già effettuato tutto quanto possibile, giunge ad un centro più attrezzato o ad un reparto appositamente dedicato nell’ambito di una struttura ospedaliera o universitaria. Ma non è detto che salendo ancora si ottenga sempre di più…Vediamo ora perché.
… e visto che non basta si cerca un super-specialista (ma l’Otoneurologo non esiste!)….
Iniziamo con l’importante premessa che chi si definisce Otoneurologo e invita i pazienti a non andare dagli Otorinolaringoiatri ma dall’Otoneurologo (ovvero in pratica solo da lui…poi chi vuol capire capisca) abusa in modo ingannevole di un titolo inesistente e che tutti gli Otorinolaringoiatri, sia che si occupino di tonsille o di cancro della laringe o di vertigini hanno entrambi la stessa qualifica specialistica in Otorinolaringoiatria, l’unica davvero riconosciuta. Altrettanto dicasi per il Vestibologo, altra specialità inesistente.
Ma, lasciamo stare l’Otoneurologo e vediamo cosa succede quando il paziente si rivolge ad un “superspecialista” noto per essere, in teoria, particolamente esperto nel settore o in un Centro Universitario o Ospedaliero super-specializzato dove di solito si tende almeno a fare più indagini, alcune utili e molte del tutto inutili. Almeno fino a che qualcuno non saprà spiegarmi perchè viene fatta una lastra del torace ed un elettrocardiogramma ad un paziente con vertigini, peraltro tenuto ricoverato dieci giorni per accertamenti magari per una vertigine che si era esaurita già il primo giorno. (oh…guardate che sono tanti, tanti soldi se moltiplicati per tutti i pazienti…soldi che gravano sulle tasse!).
In ogni caso i centri veramente attrezzati per una reale valutazione diagnostica strumentale delle vertigini e dei disturbi dell’equilibrio sono, nel nostro Paese, davvero pochi ed insufficienti a gestire un disturbo così frequente. Ma certamente non è un problema solo italiano.
E anche rivolgendosi a strutture più attrezzate o reparti più specializzati è molto improbabile che si arrivi con certezza ad una soluzione. Nonostante il ricorso a numerosi esami superspecialistici, spesso anche da queste strutture non esce fuori nessuna diagnosi e magari nessuna terapia. Non è raro che la diagnosi dimissione registrata in cartella clinica sia “sindrome vertiginosa”. Beh, grazie tante dell’aiuto: che il paziente soffriva di vertigini lo sapeva pure lui senza bisogno di ricoverarsi, magari per diversi giorni.
Tanto per iniziare, con qualche nobile eccezione il paziente non ha quasi mai, in reparti o strutture dimensioni maggiori, un vero specialista di riferimento, per cui nella dispersione tra primario, aiuti, assistenti, specializzandi, studenti interni, tecnici, infermieri ecc., c’è uno scarso passaggio di consegne e poco scambio di informazioni. Gli esami sono eseguiti in giorni e momenti diversi (grosso errore visto che può variare la situazione e così gli esami non sono più comparabili) e magari valutati alcuni da un medico e altri da un altro, senza che ci sia una reale valutazione diagnostica uniforme.
Tutte le informazioni che la valutazione diagnostica può darci, che consentirebbero, per la maggior parte di pazienti, di riconoscere la responsabilità dell’orecchio interno (labirinto) e nell’ambito di questo di evidenziare una disfunzione reversibile da attribuire ad eccesso di liquidi più che ad un danno permanente di recettori vestibolari, non possono peraltro essere ottenute se oltre ad effettuare esami diagnostici, per quanto il protocollo diagnostico venga esteso, non si integrano gli esami con il ragionamento e con i sintomi e sopratutto, cosa che in ambito pubblico, manca quasi sempre, con una lunga chiaccherata con il paziente anche e soprattutto per valutare il suo stato psicologico individuale e di cosa realmente ha bisogno.
Ma qualcuno si rende conto che molti pazienti vivono nel terrore e rinunciano a vivere una vista normale solo perchè hanno avuto due crisi di vertigine di mezz’ora? Compito del medico è tranquillizzare questi pazienti e non ricoverarli per una settimana per sottoporli a una marea di esami inutili, avvalorando alla fine, la loro preoccupazione di essere “malati”.
Raramente poi, anche in queste strutture più attrezzate, lo studio diagnostico viene davvero esteso a tutto il labirinto. Uno studio incompleto della totalità del labirinto, che non includa l’indispensabile valutazione del settore cocleare o di alcuni recettori vestibolari (utricolo, in particolare), unito ad una notevole dose di “legame tradizionalista” con nozioni del tutto antiquate, porta invece purtroppo ancora oggi molti medici a spaziare per tutto il corpo (fino a pensare che il paziente si inventi i suoi disturbi o che questi siano puramente psicogeni) alla ricerca della causa delle vertigini, non riuscendo a riscontrare nulla (“se non si sa cosa si sta cercando, nulla si trova”) che giustifichi una disfunzione dell’orecchio interno.
Un corretto protocollo diagnostico strumentale per questi disturbi deve invece sistematicamente studiare dal punto di vista funzionale tutti i settori sia del labirinto posteriore (equilibrio) che di quello anteriore (udito) inclusi i nervi acustico e vestibolare, che dal labirinto portano le informazioni uditive e vestibolari al cervello. L’assenza di idonea strumentazione (pur riconoscendo che allestire un adeguato centro di audiovestibologia richiede attrezzature costose e personale tecnico specializzato addestrato in modo specifico) non è secondo me, come già detto, una valida giustificazione per non far uscir fuori una diagnosi ed una terapia.
Che poi alla fine a diagnosi sia scontata e sia sempre la stessa, ovvero l’idrope, e che ovviamente la terapia debba a questo puntare è altra cosa… ma visto che sembra che i miei colleghi non la pensino come me…. continuiamo a suggerire almeno di studiare l’orecchio in modo corretto con veri esami perchè almeno il loro scetticismo venga vinto dall’evidenza.
Esiste poi un problema di interpretazione degli esami effettuati, per cui molti accertamenti vengono interpretati in modo troppo rigido (si o no) invece di apprezzare alterazioni che integrate con altri esami (contemporaneamente eseguiti), mostrerebbero in maniera chiara il problema sottostante.
Anche la rigidità diagnostica, con la tendenza a inserire il paziente in diagnosi rigide precostituite (ne parleremo più avanti) contribuisce poi a rendere molti centri o reparti specializzati meno utili di quanto potrebbero in effetti essere, almeno per le risorse disponibili.
Certamente però va riconosciuto, come attenuante per i singoli medici, che un centro pubblico o anche un centro privato convenzionato, per quanto magari portato avanti da gente volenterosa, ha l’obbligo di seguire certe regole (e purtroppo anche pressioni amministrative centrali legate al budget) per cui non ci si può alzare la mattina con delle idee e metterle in pratica liberamente, come può fare chi non ha vincoli di questo tipo. Esistono perfino delle regole rigide per l’approvazione dei progetti di ricerca, che spesso “castrano” ogni fantasia di proporre qualcosa di nuovo. Ed è per questo che io ho sceltro da sempre di lavorare al di fuori di Università e Ospedali. Perchè no ho mai permesso a nessuno di “cassare” le mie idee.
L’altro grosso problema, al quale ho già accennato, in parte connesso anche al notevole numero di pazienti seguiti, ma in parte purtroppo anche a poca passione di molti medici (inclusi i giovani e questo è davvero triste) per il dialogo con il paziente (forse uno degli aspetti più coinvolgenti del nostro lavoro), è che, nella maggior parte delle strutture ospedaliere e/o universitarie, così come d’altronde in molti studi privati (e spesso purtroppo più si sale di livello più si riduce la durata della visita, non è forse così?), con il paziente ci si parla generalmente pochissimo, non potendo in tal modo apprezzare in modo completo tutti i diversi tipi di vertigine riferiti e la frequente associazione di più tipi di vertigine nello stesso paziente.
Se un paziente ha crisi di ore con vomito tipo malattia di Meniere, se non gliene diamo il tempo o non glielo chiediamo in modo specifico, difficilmente racconterà spontaneamente allo specialista che ha anche piccole crisi posizionali – “niente a che vedere con quelle grosse” – o disturbi soggettivi dell’equilibrio, che certamente metterebbero in crisi quegli specialisti (la maggior parte) che a questi tre “tipi di vertigine” tendono ad attribuire tre cause diverse secondo le rigide classificazioni tradizionali a quanto pare dure a morire. Per non parlare di acufeni, senso di orecchio chiuso, lievi ipoacusie, magari nemmeno prese in considerazione se non si fanno domande specifiche al paziente che da solo non sempre può caprine il nesso con la vertigine e che “cozzerebbero” (termine molto romano, ma chiaro per tutti) certamente con una semplice diagnosi di vertigine posizionale benigna da cupololitiasi.
Ma – ancora più grave – la superficialità e la fretta non permettono certo di apprezzare il significato psicologico della stessa sindrome vertiginosa e di comprendere che a volta la paura limita il paziente (spesso già predisposto da basi di ansia ed iperemotività pre-esistenti o ricorrenti proprio in relazione cronologica alle riacutizzazioni) più della vertigine stessa e che non è certo solo con farmaci o con terapie mediche che questi pazienti vanno gestiti, ma anche con spiegazioni rassicuranti ed eventuale assistenza psicologica. “Se lo deve tenere” – frase ancora oggi non rara, e ancor più frustrante quanto magari arriva dopo una settimana di ricovero – non è esattamente ciò che intendiamo per “spiegazioni rassicuranti”.
In conclusione, quindi, troppo spesso anche da questi centri o reparti ospedalieri o cliniche universitarie di portata maggiore o più specializzati, non escono grandi conclusioni diagnostiche o terapeutiche, nonostante il ricorso a numerosi accertamenti. Non è raro che quindi il paziente, diperato, finisca fuori dal binario della medicina ufficiale per ricorrere a terapie “alternative” non sempre accompagnate dalla buona fede di chi le propone.
In sintesi, non basta essere “specialista” per sentirsi in grado diagnosticare e trattare le vertigini ed i disturbi dell’equilibrio. E’ necessario sia avere una conoscenza specifica ed aggiornata di questa materia, sia la disponibilità (diretta od in collaborazione con centri specializzati) di specifiche attrezzature diagnostiche per eseguire accertamenti funzionali specifici e soprattutto la capacità e la pazienza di raccogliere più informazioni possibili sia sul tipo disturbi riferiti, che sulle condizioni psicologiche, spesso predispondenti, del paziente stesso.
E non è certo solo sottoponendo il paziente ad una lunga serie di esami che, in assenza di una reale conclusione diagnostica derivante dal ragionamento sulle risposte dei diversi accertamenti e non da concetti tradizionali, e senza un programma terapeutico che vada al di là dei soliti trattamenti, lo specialista può essere di reale aiuto ai suoi pazienti.
Purtroppo il problema, almeno quando ci riferiamo al settore pubblico, non può certo essere imputato ai soli specialisti che spesso si debbono scontrare quotidianamente con esigenze burocratiche ed amministrative, pressioni di “rendimento” e limitazioni, imposte dalla struttura. Nel settore privato, poi la scarsa tendenza all’associazione ed alla collaborazione tra specialisti (fenomeno meno raro all’estero e comunque molto difficile da proporre in Italia), limita molto le effettive possibilità di offrire qualcosa in più rispetto al settore pubblico.
Per cui purtroppo anche la medicina specialistica, spesso al paziente con vertigini, non offre sempre molto di più che la medicina di base.
Ma la vera causa dell’ odissea è il problema culturale…
Se si chiede ad un medico generico o comunque non specialista in otorinolaringoiatria quali sono secondo lui le principali cause di vertigine in molti casi ci si sentirà rispondere: “l’artrosi cervicale, la labirintite, l’insufficienza vertebro-basilare ed i tumori cerebrali”. Se va bene si ricorderà anche della malattia di Meniere. Chissà cosa ricorda davvero la maggior parte dei medici di medicina generale sull’anatomia e la fisiologia dell’orecchio interno, diffficili da comprendere e memorizzare perfino per uno specialista. Ma sia ben chiaro, la colpa non va data al singolo medico di medicina generale (che non può certo sapere tutto di tutto), ma va cercata lontano…
Sui testi universitari del corso di laurea, l’intero capitolo “vertigini” è racchiuso – quando va bene – in dieci pagine e peraltro fino a venti anni fa ci si poteva laureare in medicina senza aver nemmeno sostenuto l’esame di otorinolaringoiatria. Significa che un medico poteva laurearsi senza aver nemmeno mai sentito nominare la vertigine (si studia solo in otorinolaringoiatria) e, se per quello, nemmeno l’otite o la tonsillite. Oddio… è certamente vero che la medicina si impara con i pazienti e non sui libri, ma…almeno un minimo di basi…
Se chiedete ad uno specialista otorinolaringoiatra, che almeno “dovrebbe” saperne un po’ di più (in passato ci si poteva specializzare senza praticamente nemmeno frequentare un reparto di otorinolaringoiatria, ma solo superando gli esami, e potete immaginare che esami) aggiungerà alle possibili diagnosi certamente la Meniere, la nevrite vestibolare, la cupololitiasi, le patologie neurologiche (che si presentano generalmente in modo ben differente e non con vertigini), i disturbi posturali, i problemi di microcircolazione labirintica, il neurinoma dell’acustico.
Se saliamo di livello e ci rivolgiamo ad “esperti di vertigini” (gli auto-definiti “vestibologi” od “otoneurologi”, ricordando che sono titoli che non esistono, usati arbitrariamente) ecco comparire, in aggiunta alle diagnosi precedenti, la fistola labirintica, la sindrome di Minor, l’otosclerosi, le labintopatie autoimmuni, le crisi otolitiche di Tumarkin, il fenomeno di Tullio, la sindrome di Lermoyez, il conflitto neurovascolare…..
Ma se consideriamo, che (esclusa ovviamente la malattia di Meniere, riconosciuta solo quando ci sono tutti i sintomi classici, e la cupololitiasi, che tutti gli specialisti sanno – o dovrebbero sapere – riconoscere, ma che personalmente ritengo – e ne ho le prove – sia solo una variante della Meniere), tutte le altre ipotesi diagnostiche citate in questo excursus “culturale” non possono dare vertigini ricorrenti a nessuno o sono solo malattie teoriche e sindromi inventate o sono solo varianti cliniche della Meniere, non c’è da stare allegri ed è logica conseguenza che un disturbo così facilmente gestibile e con così elevate possibilità di trattamento come la vertigine diventi un incubo da “odissea” medica per molti pazienti, soprattutto quelli con disturbi soggettivi persistenti.
La dispersione delle diagnosi, quando in realtà tutte le vertigini ricorrenti derivano dalla stessa causa, è la vera ragione per cui il paziente fa la trottola tra un medico ed un altro, e che fa sembrare raro un meccanimso fisiopatologico in realtà frequentissimo. E’ la stessa cosa che avviene per gli acufeni (fischio o ronzio auricolare) dove finchè ci saranno medici che dicono ai pazienti che la causa può essere il tappo di cerume o il catarro nell’orecchio non andremo certo molto lontano.
Globalmente però il problema maggiore, che deriva dalla “carenza culturale” è che si tende (tutti e troppo) a cercare di inserire il paziente nella sindrome A o nella sindrome B, magari scervellandosi nella domanda “è Meniere o non è Meniere”…”E’ sindrome di Pinco o Sindrome di Pallino”…
Ovvero si conoscono (a seconda del livello) un certo numero diagnosi precostituite e si cerca di far rientrare il paziente in una di queste. Se il caso che abbiamo davanti non corrisponde a nessuna di queste, allora invece di pensare che ciò che ci hanno insegnato sulla vertigine non è poi così corrispondente alla realtà (o che la nostra conoscenza va aggiornata) e che dovrebbe essere superato, si finisce per concludere che non è possibile fare la diagnosi o ci si inventano ulteriori nuove sindromi, che non fanno altro che aumentare la confusione diagnostica.
Obbiettivo di un procedimento diagnostico “utile” non deve essere (o non solo) quello di dare un nome alla malattia, quanto quello di interpretarla e definirla ai fini di una cura per quello specifico paziente al quale, della ricerca e della definizione della malattia, non gliene frega proprio nulla se non perchè vuole stare bene. O almeno così dovrebbe essere visto che ancora oggi vedo pazienti che sembrano interessati più al nome della patologia (“Ma la mia è Meniere o no?”) che non alla cura vera e propria. Incomprensibile, ma vero, purtroppo.
Ma questo obiettivo non potrà mai essere raggiunto se la propria specifica preparazione culturale sull’argomento (che non vuol dire solo acquisire passivamente, ma anche ragionare attivamente e se serve anche con spirito critico) resta ancorata alle scarse basi universitarie o dell’epoca della specializzazione. L’elasticità mentale e la capacità di non delimitare rigidi confini tra un quadro patologico ed un altro è requisito indispensabile se un medico intende occuparsi di vertigini. Come peraltro è valido per molti altri settori.
Una grossa colpa in questa “non elasticità” mentale va però attribuita anche ad alcune rigide classificazioni imposte da “comitati di esperti internazionali” (per lo più americani) che ripetutamente definiscono i criteri per la definizione di malattia di Meniere. Lo scopo è nobile, e una classificazione serve ad evitare che si parli tutti una lingua diversa nel riportare risultati sui lavori scientifici, ma la conseguenza è tragica, visto che se un paziente ha solo due crisi di almeno 20 minuti è Meniere, mentre se ne ha 20 di 15 minuti non lo è (nulla di più falso). Preparazione culturale significa anche saper distinguere le regole per la pubblicazione su riviste scientifiche (che giuste o sbagliate esistono) da quello che possiamo fare per i nostri pazienti e sul quale nessun comitato internazionale può certo sindacare. Una cosa è infatti stabilire che non si deve dire su riviste scientifiche ho trattato numero X pazienti con malattia di Meniere (ma non sarebbe meglio dire proprio che disturbi avevano invece di usare una definizione precostituita?) se non rientrano nei criteri di definizione, altro è che si eviti di proporre una terapia per la Meniere, preferendo gettare la spugna, solo perché il paziente non ha i tutti i criteri ufficiali (o magari non ancora!). Fermo restando che poi la Meniere tocca pure saperla curare, il che non è certo la regola!
In sintesi, il settore delle vertigini e dei disturbi dell’equilibrio presenta una tale discrepanza tra ciò che viene insegnato all’epoca della formazione universitaria o anche specialistica e la realtà delle possibilità diagnosi e terapia, che è indispensabile per chi intende occuparsi di vertigini mantenere un costante aggiornamento e poi mettere davvero in pratica le sue conoscenze quando servono, ovvero nel rapporto con il paziente. Anche in ambito superspecialistico, è un grosso (e comune) errore dare per scontato che ci ha preceduto avesse necessariamente ragione, o attenersi rigidamente solo a quanto già pubblicato o detto da altri, creando numerose ipotesi diagnostiche e sindromi diverse solo perché il quadro di quello specifico paziente non è “classico” e “tipico” o perché gli esami non sono congruenti ripetto al tradizionale modo di interpretarli.
Il rischio che si corre se non ci si forma una propria cultura ed esperienza personale al di la del “così fan tutti” o del “così dicono tutti”, senza paura di contraddire vecchie ipotesi, ancora oggi spesso tramandate senza alcuna verifica, è che alla fine molti pazienti, per quanto vengano studiati, restino senza diagnosi. In ogni settore della medicina, non dovrebbe essere mai dimenticato che è il paziente che deve avere una diagnosi (perfino se diversa da quelle tradizionali) e non la diagnosi precostituita ad avere un nuovo paziente. Se ogni medico desse un po’ meno retta alle statistiche (quanto affidabili, peraltro?) o alle classificazioni ed un po’ più al buon senso, forse tutto sarebbe più facile.
E ovviamente se questo è quel che si fa per la diagnosi, cosa aspettarsi dalla terapia ?
Visto che pur salendo di livello, per varie ragioni tra cui, non certo ultima, il problema “culturale” più sopra discusso, alla fine non ci sono molte prospettive di una diagnosi (ricordiamo che non sarebbe corretto generalizzare, ma nemmeno far finta di non sapere che nella maggior parte dei casi è proprio così), cosa ci si può aspettare allora in termini di terapia?
Anche a livello specialistico, oggi l’atteggiamento terapeutico della maggior parte (e ci riferiamo a specialisti al meno un po’ più dentro al settore specifico) delle vertigini ricorrenti e dei disturbi soggettivi dell’equilibrio è quanto mai limitato.
Se proprio non ci si è capito nulla, si prescrivono farmaci per la microcircolazione, vitamine, neurotrofici o presunti “antivertiginosi” (microser, vertiserc, torecan ecc), tutti farmaci ai quali peraltro non crede di solito nemmeno chi li sta prescrivendo (ma non fanno male, il che non è nemmeno sempre vero) o più sinceramente (si fa per dire) si lascia il paziente con l’idea che le vertigini se le debba tenere.
Per la Meniere “classica”, si tenta una terapia conservativa per un po’ (diuretici, che fanno pure peggio, altri farmaci per la microcircolazione, farmaci “teoricamente” antivertiginosi, dieta iposodica), per poi proporre di tagliare il nervo vestibolare (cosa per fortuna non alla portata di tutti) o infiltrare l’orecchio con la gentamicina (cosa purtroppo alla portata di tutti). Ovvero si distrugge, con i mezzi di cui si dispone, ciò che non si sa capire e curare. E con una preoccupante tendenza sempre maggiore in questa direzione, perfino, a volte senza sprecare troppo tempo con tentativi di terapia conservativa visto che c’è chi arriva a proporre la gentamicina anche dopo solo 3-4 crisi di vertigini…visto che “tanto sarà sempre peggio!” (vero e proprio terrorismo psicologico)
Per le vertigini posizionali da “cupololitiasi” si propongono manovre per riposizionare gli otoliti (la più famosa è la manovra di Semont) andati fuori sede. Senza porsi troppo il problema se poi questi otoliti c’entrino davvero qualcosa o sentire la voglia di andare “oltre” una teoria proposta oltre trenta anni fa e mai verificata. Spesso peraltro senza nemmeno la necessità di approfondire una “diagnosi così evidente” con accertamenti specifici. E non sono pochi quelli che qualche dubbio se lo sono posti. Ma così fan tutti…quindi…si fa.
Per i disturbi dell’equilibrio che, lo ricordiamo, nella maggior parte dei casi sono disturbi soggettivi amplificati enormemente da componenti psicologiche e non vera instabilità, si propone (quando la si propone) la riabilitazione vestibolare, nell’ipotesi (generalmente errata e comunque indimostrabile) che si tratti di esiti di danni irreversibili del labirinto causati da virus o dalla circolazione (i “soliti sospetti”), senza mai porsi il problema che magari si potrebbe fare qualcosa per quel labirinto che danneggiato non è, curandone la disfunzione a livello utricolare e sacculare invece di cercare di sostituirne la funzione con la riabilitazione.
Se proprio andiamo a fare un ragionamento statistico, la maggioranza dei pazienti si sente quindi proporre a livello specialistico (parliamo ovviamente solo di otorinolaringoiatria) una o più delle seguenti conclusioni terapeutiche:
A) “te lo devi tenere” (detto spesso da chi ha ben altro di interessante da fare che occuparsi di vertigini, ma si guarda bene dal rifiutare in anticipo i pazienti paganti che richiedono un appuntamento per questo)
B) “prendi queste pillole per la circolazione (o vitamine o neurotrofici ecc)”
C) “prendi questi farmaci antivertiginosi” (microser, vertiserc, torecan ecc)
D) “prendi questo diuretico” (che già significa aver compreso che si tratta di un problema di liquidi e aver pensato alla Meniere, ma non aver capito il meccanismo fisiopatologico sottostante, che rende il diuretico perfino controproducente)
E) “facciamo una manovra per riportare a posto gli otoliti”
F) “il danno è irrecuperabile, si può solo riabilitare” (proposto soprattutto da chi fa riabilitazione o lavora in un centro di raibilitazione)
G) “non esiste altra cura: tagliamo il nervo” (proposto da chi sa operare, ovvero pochi)
H) “non esiste altra cura: distruggiamo il labirinto con la gentamicina” (spesso proposto da chi non sa operare, ovvero molti, o non ha referenti per effettuare la neurectomia, o quando il paziente privato non è assicurato o il reparto è sin troppo pieno, peraltro minimizzando i rischi di sordità irreversibile e possibile instabilità cronica)
Non è forse proprio così?
In tutti questi casi, quello che manca e che non consente di andare oltre è proprio la carenza di un vera capacità diagnostica e di un adeguato ragionamento sottostante che integri il racconto del paziente (quando si concede il tempo, cosa impossibile se la visita in media dura 10-15 minuti quando ci si arriva) e gli eventuali esami diagnostici (quando vengono eseguiti ed interpretati correttamente). Le molteplici cause della “non valutazione diagnostica” (tutte anch’esse reversibili, se si volesse trovare anche per queste una “cura”) le abbiamo ampiamente discusse in precedenza.
E intanto passano i mesi e a volte gli anni, ed il povero paziente (soprattutto quello con disturbi soggettivi dell’equilibrio) resta sconcertato e con un “po’ di disappunto” (chiaro, l’eufemismo?) quando che quel labirinto non era poi così irrecuperabile, che vi era una disfunzione reversibile, che ne conosciamo il meccanismo, e che c’è una terapia basata sul meccanismo patologico sottostante e non solo sintomatica, distruttiva o riabilitativa.
Ma quanti colleghi specialisti credete che mi abbiano mai fatto anche solo una telefonata, o inviato anche solo una mail, almeno per sapere se affermazioni così discordanti dalla loro realtà quotidiana, sono vere o solo “bugie pubblicitarie”? Lo scetticismo dei pazienti è sempre doveroso e lecito. Quello dei medici no, se poi non si va oltre verificando la realtà delle cose.
Ogni volta che sono venuto a conoscenza, nel mio settore di competenza, di qualcosa di nuovo, in Italia (raro) o all’estero, prima di criticare o di essere scettico, mi sono sempre messo in contatto con chi aveva ideato un nuovo esame, o una nuova attrezzatura diagnostica, o aveva una nuova teoria, o proponeva nuovi trattamenti o semplicemente aveva un idea, tentando poi di verificare, nei limiti del possibile, se quanto affermato era vero e se era davvero riproducibile, senza alcun preconcetto. E sempre con la voglia di “crescere”, mettersi in discussione, riconoscere i propri limiti (ma anche le proprie possibilità) e migliorarsi. E certamente al contributo delle idee altrui, devo molto.
Ma evidentemente non siamo tutti uguali. Poi però non c’è da stupirsi se non arriviamo tutti agli stessi risultati.
In sintesi, se oggi le prospettive di trattamento proposte nella maggior parte dei casi, anche a livello specialistico sono per lo più legate (se escludiamo i farmaci assolutamente inutili) a trattamenti sintomatici o presunti tali, riabilitativi o miranti a distruggere la funzione del labirinto malato, anzichè cercare una cura che si basi sul meccanismo sottostante, lo si deve proprio alle carenze della valutazione diagnostica insufficiente e alla inerzia culturale.
In particolare non è certo un atteggiamento terapeutico corretto distruggere un organo, o etichettarlo a priori come definitivamente danneggiato solo perché non lo si sa o non lo si vuole comprendere. E se non lo si comprende, non lo si può (e non lo si deve) trattare. In realtà si può fare molto di più, o quanto meno qualcosa di ben diverso e più legato alla diagnosi (che non vuol dire dare un nome ad una malattia, ma saperla capire) rispetto alle terapie più tradizionali. A condizione di saper uscire dal proprio “orticello”, senza preconcetti.
Ogni uno tira l’acqua al suo molino.
Troppo presuntuoso e saccente. La vertigine est solo un sintomo di un mare da esplorare e capire. Umiltà!!!! Ampia conoscenza est richiesta in ambito medico.
Non so se lei sia un medico o no… ma le critiche devono essere costruttive per essere ascoltate… Presuntuoso e saccente è colui che non sa ma ma crede di sapere… Io so… Su quali punti non è d’accordo?
devo dire come persona che ha sofferto di vertigini e’ instabilita’ per tantissimi anni..che ha scritto qui la verita’ di come funzionano le cose ..finalmente un medico onesto raro in questi tempi…ho fatto una lunga odissea con le vertigini morale se le tenga!! e’ un problema di microcircolazione…in cambio non ho potuto mai portare in braccio mio figlio piccolo in un giardino per paura di cadere …sono arrivati a darmi pastiglie per aumentarmi la pressione …perche’ non sapevano cosa fare..e dai esami non mi trovavano nulla!!!
Mi interesserebbe leggere di più sulla sua attività…in che zona opera?
Mi sfugge il senso della domanda… Comunque può leggere su http://www.idrope.com/info.html
TROPPO SACCENTE E PRESUNTUOSO !!!
Grazie. Le critiche degli anonimi e dei deficienti che fanno critiche senza spiegarle le considero sempre complimenti… E mi stimolano sempre risposte… costruttive, che generalmente fortificano la fiducia dei pazienti.
ecco dal dizionario il significato della parola “presunzione”
Ma il riscontro ce l’ho e sono tutti i pazienti che purtroppo questo percorso che descrivo lo hanno visuuto sulla propria pelle, tutto quello che io scrivo è perfettamente verificabile e non si basa su congetture non certe e inoltre i risultati che invece io da sempre ottengo facilmente sulle vertigini, testimoniabili da tutti, confermano che tutto questo è evitabile…
quindi non sono …presuntuoso…
e saccente si utilizza per riferirsi a
Vocabolo di difficile interpretazione perchè in effetti, in senso generale, io sono assolutamente convinto di saperne più degli altri sulle vertigini e la loro cura idonea… forse perchè mi sono messo a studiare e curare i pazienti seriamente da molti anni, solo che, per quanto sopra, questo non è presunto ma certo… Quindi un dubbio mi attanaglia…sono saccente o no? Solo che mal si addice la questione al post di questa pagina, visto che quello che scrivo raccontando l’odissea del paziente vertiginoso lo possono confermare tutti i i pazienti e perfino tutti i medici… quindi non ne so più degli altri su questo specifico argomento…
Insomma, in conclusione, non sono presuntuoso, non ho ben capito se sono saccente o no, ma lei resta un anonimo che esprime un commento sterile e privo di senso e io un medico vero, che i pazienti li cura e li fa stare bene, senza odissee, visto che la vertigine è il più facile disturbo da curare, se lo si sa e lo si vuole curare. E non lo presumo. Lo so! E lo ripeterò in risposta ad ogni commento analogo (e il suo non è il primo, come può vedere).
..Penso da una attenta lettura che Lei è molto capace e ” intenditore ” di questo argomento in questione. Sarei molto onorato se Lei mi rispondesse in quanto questo problema mi disturba molto !
La ringrazio ma a cosa dovrei rispondere? Non vedo una domanda… o forse c’era un altro messaggio? In ogni caso come scritto non rispondo qui sul blog a domande relative al proprio caso specifico. Per informazioni sulle varie modalità di consulenza bisogna vedere su http://www.idrope.com/info.htm
molto equilibrato e vero
Dottore, è possibile curare le crisi otolitiche di Tumarkin? Sono il disturbo peggiore che ci sia per un “menierico”!
Le cadute improvvise senza preavviso, seppure evenienza rara e in un numero molto limitato di pazienti sono il grosso limite di una cura per la Meniere. Intendo dire che nonostante con la terapia si riesca a nella maggio parte dei casi a prevenirle e ho tantissimi pazienti che non ne hanno più avute con la mia terapia mentre occasionali vertigini sono sempre tollerabili, occasionali cadute con possibile trauma sono potenzialmente pericolose, anche se occasionali, e va sempre lasciata al paziente la scelta se operarsi per effettuare il taglio del nervo (non la gentamicina) o vedere cosa si ottiene con la terapia…
Dott La Torre io sono davvero disperata, sono 20 anni che soffro di vertigini e mancanza di equilibrio e mi curano da sempre con microser o levobren che nn mi aiutano granche’!!! Lei dove visita a Roma? La prego mi aiuti!
Per tutte le informazioni per consulenze vedere su http://www.idrope.com/info.html
Sono impressionato dalla qualit delle informazioni su questo sito. Ci sono un sacco di buone risorse qui. Sono sicuro che visiter di nuovo il vostro blog molto presto.
Gabriella- 1°giugno 2013- Tutto ciò che ho letto è veramente interessante. Però ancora nessuno mi ha risposto su questo quesito: l’ipoacusia improvvisa e l’ acufene pulsante, sono sintomi sicuri di tumore?
Ma dove l’ha letta questa ?..Assolutamente no… !!
SALVE DOTT. LA TORRE SONO UNA RAGAZZA CHE DAL 2007 SOFFRE DI VERTIGINI E DOPO TANTE VISITE NON SI E’ ANCORA CAPITO DI COSA SOFFRO. VORREI SAPERE DOV’E’ IL SUO STUDIO PER CONTATTARLA. ASPETTO UNA SUA RISPOSTA CORDIALI SALUTI
http://www.idrope.com/info.html legga li per capire
buongiorno…soffro da 1 anno e mezzo di ipoacusia, fullness ed episodi vertiginosi (che si manifestano solo sotto sforzo fisico, tipo jogging). dopo numerosi otorini sono ora nella fase “vertiserc”, pare un problema causato da un virus. ho letto quest’articolo, accidenti!!
I virus non causano vertigini o almeno nessuno la ha mai dimostrato…sono invenzioni di molti medici quando non sanno che dire… sempre virus e circolazione…
Buongiorno Dr. LA TORRE,
come condivido il suo articolo in particolar modo la parte relativa alla cultura dei medici in relazione all’assunzione di responsabilità diagnostica. E’ più facile per alcuni limitarsi ad avvallare una diagnosi scaturita da studenti con atto burocratico più tosto che con l’esperienza acquisita e l’umiltà di ammettere limitazioni di conoscenza su determinate patologie.
E’ anche vero che i grandi ambienti che rivestono titoli risonanti come centri di eccellenza sono i peggiori perché vincolati da Baget, linee gestionali “condizionate”. Leggere un anonimo che contesta la verità da Lei scritta fa pensare a due possibili interpretazioni: è un medico che acquisito il pezzo di carta vive di rendita senza aggiornamenti o un paziente che non desideroso di conoscere le cause specifiche del suo problema. I farmaci per lui sono la soluzione ai suoi problemi e tanto basta.
Sarebbe opportuno ricordare allo stesso che paziente informato, paziente mezzo salvato.
Continuerò a leggere i suoi articoli senza peli sulla lingua con l’augurio che nel campo medico il paziente sia considerato non solo come portatore di malattia ma come essere umano con diritto alla salute. Essere medico non vuol dire avere un camice bianco per essere definito tale. Essere medico vuol dire avere la padronanza si una scienza in continua evoluzione, essere portatore di soluzione e non di complicanze. Laddove si hanno dei limiti, riconoscerli con umiltà aiuta due volte il paziente:
1) celerità di diagnosi e tempestivo intervento terapeutico mirato
2)riconoscenza e stima per il professionista che non sperimenta sulla
pelle del paziente le sue lacune alla ricerca di potenziali capacità inesistenti.
Scusi la lungaggine, avendo sperimentato il modello di medico descritto nel suo articolo, disapprovo pur rispettando il pensiero altrui le considerazioni fatte. Se arrivano da paziente disinformato passino ma da un medico è inaccettabile.
Cordiali saluti.
Salve dottore, il mio nome è Luciana vorrei saper se l’ ipocausia neurosensoriale e percettiva hanno lo stesso significato. La ringrazio per la sua risposta.
Si, la stessa cosa. Pubblico questo post perchè contenente una domanda di interesse generale (anche se nel post sbagliato) e non l’altro perchè come ben specificato in ogni pagina nella colonna di destra, che deve esserle sfuggita.. non do pareri sul proprio caso attraverso il blog…
Salve dottore, sono 4 mesi che soffro di vertigini. Ho fatto tutti gli accertamenti del caso (tac cranio, esame vestibolare, analisi del sangue, rx rachide cervicale, visita oculistica….) ma tutti con esiti negativi. L’otorino ha notato un’asimettria tra la spalla dx e quella sx. Sono 2 mesi che faccio riabilitazione posturale e sono in cura da uno psicologo( soffro di ansia da 4 anni). Ho avuto qualche risultato, ma le vertigini sono sempre presenti e continue. Vorrei sapere se con il suo metodo è possibile curare anche questo tipo di vertigine.
Quale tipo di vertigini.. Quelle da orecchio interno e da idrope come TUTTE le vertigini non esistendo vertigini posturali o da asimmetria delle spalle? Si!
Dr.La Torre…lei ha scritto qst cose???? Io LA STIMO!!!! mi ha fatto piangere…cio’ che scrive e’ qnt piu reale….!!!non ci levo le mani….mi son sentita dire di tutto…ho girato dottori su dottori…non ne posso piu…diuretici…cortisone…vertisec….terapie …BASTAAAAA!! SONO ESAUSTA!!!! dove si trova lei????
Puo’ darmi un recapito telefonico o indirizzo o qlc cosa???
Grazie Simona
Trova info su http://www.idrope.com/info.html
Credo che con post come questi sia fin troppo facile fare opera di captatio benevolentiae nel cuore di chi è disperato o quantomeno sfinito dai continui pellegrinaggi medici dai quali magari dopo anni non è riuscito a ricavare ancora nulla.
Troppo simile a ciò che si legge su molti altri siti “alternativi” che pongono come minimo un notevole dubbio di credibilità:
Si cita un caso drammatico in apertura per catturare emotivamente il lettore, si denigra l’intera classe medica e si adduce l’ipotesi complottistica dei soliti interessi di lobby per spiegarne i fallimenti terapeutici, infine si sostiene di aver scoperto il sacro graal e di essere gli unici controcorrente a proporre un approccio che funziona nella totalità dei casi, perchè libero da interessi di sorta e perchè frutto degli unici studi volti realmente al benessere del paziente, il tutto corroborato da opinioni mediche autoreferenziali che il lettore medio non ha la possibilità di mettere in discussione, a maggior ragione verificando che sono scritte da un professionista titolato e regolarmente iscritto all’albo…
Saluti
Io invece credo che sia più intelligente prima di criticare verificare e informarsi e soprattutto domandarsi con quale obiettivo si comnenta.. Circa il primo punto ho un profilo facebook con centinai di pazienti e quasi tutti quelli che hanno voluto dare le loro testimonianze positive spontanee sono anche lì generalmente più che disponibili.. E a meno che io non mi inventi tutti i profili facebook non mi pare che mi stia autoreferenziando. Riguardo all’obiettivo..mi sfugge davvero..non sapendo se è un paziente che si è arreso e per sentirsi meno solo cerca di togliere speranza anche agli altri o un medico..
A me invece non sfugge l’ abilità – evidente anche in questa sua risposta – con cui dribbla le critiche continuando a manipolare emotivamente il lettore, facendomi per esempio passare per il “cattivo” che vuole “togliere speranza agli altri”…captatio benevolentiae, come dicevo…ma questo mi era già chiaro.
Quello che invece mi è meno chiaro, è il significato che dovrebbero avere le testimonianze dei pazienti soddisfatti.
Io credo in una medicina in cui affermazioni e teorie siano supportate da studi clinici rigorosi e obiettivi; le testimonianze un tanto al kilo le lascio a santoni e guaritori…
Saluti
A lei interessano gli studi rigorosi e obbiettivi e l’istituzionalizzazione di diagnosi e terapie..a me che i pazienti vengano curati e stiano bene.. e me ne frego totalmente del suo pensiero…poichè parte da presupposti totalmente lontani dai miei.. Le ho anche se indirettamente rivolto due domande 1. Per quale ragione è qui: professionale o come paziente? Nel primo caso è pregato di presentarsi con nome cognome e qualifica 2. Scopo del suo commento. In assenza di queste risposte suoi ulteriori commenti non saranno pubblicati.
Se un santone potesse essere più utile ai pazienti di me gli affiderei volentieri i miei e cambierei mestiere.. O cercherei di imparare qualcosa da lui e applicarlo..
Che i nostri pensieri divergano mi pare ovvio, abbiamo scoperto l’acqua calda, altrimenti saremmo qui a complimentarci, non a discutere, le pare?
Non sono un medico, se questo la preoccupa così tanto, dunque per esclusione non mi pare che restino molte possibilità alternative…
Lei propone un approccio che promette di curare con successo praticamente la totalità delle sindromi vertiginose, io le spiego pubblicamente perchè non le credo. Le è più chiaro adesso “lo scopo” del mio intervento?
Ovviamente sul suo blog lei può anche fregarsene del mio pensiero, ci mancherebbe, ma sfortunatamente questo non cambia i fatti: ovvero, che manca qualsiasi prova oggettiva che il suo abbia più successo di qualsiasi altro approccio proposto dalla “medicina ufficiale”.
Ma per allontanare il dubbio dal lettore medio ricorre ancora una volta alla manipolazione psicologica: “fidatevi di me, che mi preoccupo unicamente della vostra salute anzichè di collezionare studi clinici per fare carriera, anzi, se ci fosse qualcuno più bravo ben venga, sono pronto persino a cedere i miei pazienti…”
Funziona per molti…ma non per tutti.
Saluti
Si… mostrare in modo evidente a tutti che lei la mattina, invece che dire solo “buongiorno amore” a chi dorme con lei, la apostrofa con “Auspico per te una vereconda e propizia giornata”… ma poi magari la tratta a pesci in faccia tutto il giorno… Ovvero che oltre ad avere il dono della prosopopea retorica le manca qualunque forma di coerenza compiaciuto solo dai suoi ragionamenti e senza alcun interesse per la realtà dei fatti… Non so che lavoro faccia.. ma la vedo bene come un avvocato che va a dormire con la toga addosso la sera.. O un attore teatrale che si batte le mani da solo davanti allo specchio..
Ma, per rispetto al lettore medio, che immagino significhi inferiore di cervello e cultura a lei, io invece sarò più sintetico e chiaro.
1.L’odissea che descrivo è un dato di fatto e non una mia ipotesi appresa dai pazienti e da questi confermata.
2. Confermo che sono in grado di aiutare a stare se non perfettamente, molto meglio, TUTTI i pazienti con vertigini ricorrenti o disturbi soggettivi dell’equilibrio, che sono SEMPRE da idrope, a condizione che seguano scrupolosamente le mie indicazioni terapeutiche.. Ne trovi UNO, anche UNO solo che sia in grado di affermare qui pubblicamente il contrario e avrà ragione a dubitare di quanto io scrivo.. Visto che l’unica spiegazione che ha dato fin’ora ‘ che non è vero ciò che scrivo solo perchè gli altri non fanno altrettanto. E quindi non importa se la gente sta bene o no, ciò che non è ubiquitariamente riconosciuto dalla comunità medica internazionale comunque va criticato e bandito.. Mentre ha ragione chi cosi come fan tutti procura al paziente solo una infinita odissea come descritto, perchè questo rientra tra i canoni…
In un altro post aggiunge “Dimenticavo di aggiungere che semmai volesse replicare, sarebbe gradito che lo facesse provando ad attenersi strettamente al merito delle questioni, evitando ogni volta di cercare per vie più o meno dirette di carpire il consenso del lettore medio…”
3. Questo blog è mio e ci scrivo come mi pare e quel che voglio… ma nonostante tutto tollero e pubblico anche commenti di chi è difficile commiserare, visto il suo pensiero se incappasse o fosse incappato in quella odissea..
L’argomento è chiuso fino a che non avrà trovato miei pazienti con NOMI E COGNOMI che siano disposti a raccontare qui il fallimento della mia terapia correttamente eseguita sulle vertigini o che quel che io offro non sia nulla di meglio dell’odissea che critico… Giuro di pubblicare e discutere quegli eventuali casi che lei troverà…
L’onere della prova che io sono un buffone spetta a lei… sigr. Blah Blah… Altrimenti avrà dimostrato di esserlo Lei!!
Sorvolando sui tentativi di attacco personale, che ancora distolgono l’attenzione dal discorso…
Io non metto in dubbio che l’odissea di cui parla sia reale; quello che discuto e che lei ne faccia un uso strumentale ponendosi come punto di arrivo di tutti i “disperati” che hanno vagato a vuoto fino a quel momento.
Fa leva sull’infondere una speranza che non è necessariamente realistica poichè affermare che può curare con successo TUTTI i pazienti vertiginosi perchè la causa del loro disturbo è SEMPRE idrope NON è corretto sotto nessun aspetto, così come non è corretto affermare che le altre ipotesi etiologiche formulabili al riguardo quali problemi posturali, vertebrali, circolatori siano soltanto un invenzione degli otorini pigri, inquanto disgraziatamente non ci sono prove obiettive nè dell’uno nè dell’altro, a parte le sue affermazioni autoreferenziali. Torniamo sempre lì, come vede…
Ora…lei può ripetermi all’infinito la pappardella del medico buono vs le istituzioni sanitarie cattivone che invece pensano solo a sballottare il paziente tra un esame e l’altro per fare cassa, ma i fatti restano fatti.
Chi ha provato con scarso successo la sua terapìa lo ha anche scritto in giro, (non qui perchè dubito che avrebbe trovato spazio…) ma ovviamente è fin troppo semplice per lei sostenere che si tratti di qualche denigratore prezzolato piuttosto che di testimonianza autentica, e persino se fosse, ci sarebbe sempre margine per attribuire il fallimento al paziente per non aver rispettato scrupolosamente le prescrizioni, o per non aver avuto totale fiducia nel medico…per cui, è un pò come la storia del cane che si morde la coda…
Per questo la medicina vera esula (per fortuna) dalle affermazioni più o meno altisonanti dei singoli…
Su una cosa però le do ragione: sul suo blog può scrivere ciò che vuole, il che è tutto dire…
Per quanto mi riguarda, io non devo dimostrare proprio nulla; so tutto quello che mi serve sapere.
Saluti.
Si ..ha l’obbligo di provare ciò che dice. Io non ho mai censurato un commento solo perchè presenta critiche e il fatto che pubblichi i suoi ne è la prova. E lei non ha nessun diritto di metterlo in dubbio.. sig. nessuno presuntuoso. Al contrario nei posti dove si leggono critiche di anonimi su di me io sono bandito per impedirmi di replicare… E questi sono dati di fatto.. non ipotesi.. Nomi e cognomi, e loro testimonianze negative qui se li sa altrimenti valgono i nomi e cognomi di chi invece si dichiara più che contento che io esista e lavori come lavoro…
Un’altra cosa. Quella storia di inizio pagina è vera e io ho pure pianto…quel giorno… E solo per aver pensato che io possa strumentalizzare una cosa come questa… io la considero una persona veramente spregevole… L’ho sopportata anche troppo.. Abbia le palle di presentarsi con nome e cognome peraltro… Cosa che ora ho inserito obbligatoria per altro da oggi… Ulteriori suoi commenti non saranno pubblicati. Le ho concesso anche troppo spazio.
Già…me lo vedo questo medico dall’animo puro che si prodiga notte e giorno per i suoi pazienti e che si commuove, e piange per non riuscire a raggiungerli tutti, a salvarne abbastanza…un santo da proporre per la canonizzazione direi…
Ironia a parte, ribadisco: è lei che ha il dovere di provare le sue affermazioni, soprattutto quando queste derivino da teorie e osservazioni evidentemente in contrasto con quelle della medicina “ufficiale”. Altrimenti siamo bravi tutti, e ciascuno può affermare quello che gli pare pretendendo di essere nel giusto. Ma credo che questo lo sappia bene e che abbia capìto che è l’unico punto sul quale mi sarebbe piaciuto avere una risposta concreta e non evasivo-manipolatoria da parte sua.
Tuttavia ha preferito trombarmi dal sito, dimostrandomi che l’apertura ai commenti critici di cui si fa vanto è soltanto slogan, ovvero dura fino a quando si sente capace di gestirla senza esserne sopraffatto.
Bravo. Complimenti.
Ora mi rivolgo ai lettori perchè questo coso…senza nome e cognome.. non merita nemmeno uletriori mie risposte dirette.. Ha scelto di non esistere e non esiste…
Questo Daniele senza cognome oltre ad essere un vigliacco e un maleducato che continua a scrivere senza presentarsi inizio a pensare sia un idiota di quelli pericolosi…Ovvero quelle e persone capaci solo di ascoltare se stessi e come tali idioti a mio giudizio perchè sprecano l’enorme dono di avere un cervello pensante e con possibilità di evoluzione e maturazione attraverso l’esperienza e l’apprendimento. Io ho dimostrato e continuo a dimostrare i miei successi perchè ai miei pazienti va di farlo attraverso le loro testimonianze ma non ne sento assolutamente il bisogno visto che nessuno mi impone di seguire, nei limiti di non agire in modo imprudente, senza perizia o con negligenza nessun canone ufficiale… Si… mi sono prodigato giorno e notte a volte dormendo per lunghi periodi tra le 3 e le 5 ore in media a notte per trovare terapie che funzionano… e lo sanno tutti … Come essere umano mi fa schifo quello che per l’esistenza di persone come lui o perfino peggiori visto che girano con un camice bianco addosso.. fanno ad altri esseri umani solo perche’ sfogano nel camice o nei titoli il loro bisogno di potere al pari di un poliziotto che con un arma e la divisa si sente fico e potente e senza magari sa fare solo pecorella davanti a tutti… Non sono mai sopraffatto dalle critiche …che questo tizio peraltro non ha fatto…ma ha solo delirato…
Dov’è la critica alla quale mi sarei sottratto… ? Cosa dovrei fare…? non curare le persone solo perchè gli altri non le curano…? Mentire e dire che non esiste una cura? Lasciare nella stessa m***a nella quale mi auguro finisca lui presto se non altro per legge del contrappasso… visto che vorrebbe lasciarci gli altri, le persone che sono in grado di aiutare?.. E perchè mai dovrei…? Andatelo a chiedere a chi di questo mio fottermene del pensiero comune della massa ne ha giovato se è d’accordo o no…
Avrebbe dovuto cercare i pazienti che avrei imbrogliato e ingannato… se mai ne avesse trovato uno…. con nomi e cognomi e con mia possibilità di replica… e fargli pubblicare le loro lamentele… aprire un profilo facebook…un forum o quel che cavolo vuole lasciandomi diritto di replica… se nella sua paranoia aveva dubbi perfino che io potessi censurare commenti negativi..
Ma a questo omuncolo senza nome non interessa la verità… E’ solo un anti-qualcosa come molte persone… come quelli che sanno solo criticare ma non sanno mai fare una proposta costruttiva alternativa… Ovvero quel che io considero feccia della società umana…Come molti anonimi che pascolano nei forum… e come molti medici…
Se il suo obiettivo era questo… farmi inc***are, ha vinto lui… ci è riuscito…Sono furioso!!!
E che questo mio sfogo sia politicamente scorretto o improduttivo per chi legge e potrà sottrarmi futuri pazienti me ne frego altamente…Ci rimettono loro se ritengono di non volersi affidare a un medico solo perché umano capace anche di sfoghi e non ipocrita! Non certo io!
A me si può dire e fare tutto…offendermi o sputarmi addosso… ma non avere rispetto manco per una che si è ammazzata per un problema curabile per colpa dello schifo che esiste tra i medici e di deficienti come questo frustrato che godono solo nel togliere speranza agli altri senza alcun motivo….. non lo tollero..
E mi sono contenuto … credetemi… 🙂
E al signor Danielesenzapalleperpresentarsi non sarà consentito diritto di replica… Gliene ho concesso anche troppo…Ma dopo questo commento non risponderò più e cestinerò automaticamente i sui messaggi… E ricordo che ho stabilito una regola presente in ogni pagina che non verranno più pubblicati commenti senza nome e cognome…
Sig.r Daniele,io sono un nuovo paziente del Dott.r Latorre,devo ancora iniziare la sua terapia ma onestamente di gente come lei,che attacca una persona che ci mette la faccia,che risponde ai suoi pazienti,che cerca di capire e far capire..boh,non lo so mi puzza molto questo attacco..lei che alternative da?quali sono le sue soluzioni?le esponga e dica perchè la cura del dottore non dovrebbe funzionare..parli con chi si è trovato bene e chieda anche a loro..troppo facile farsi “fighi”con termini da laureato e gettare discredito..Fino a prova contraria chi non ha successo sono gli altri,la stragrande maggioranza dei medici (che ho girato per sentirmi dire non so cosa dirle..manco accennando il discorso idrope..) come mai non si scaglia contro quelli che vendono costose macchine al laser ad esempio?forse perchè le vende lei?
No, Omar, non credo che ci fosse fine di lucro in questi commenti, se ci capisco un poco di psicologia dei post (ma forse sono un po’ ingenuo).. e il livello culturale e di retorica non mi fa pensare a uno nell’ambito sanitario… ma comunque non avrò risposta perchè non consentirò più a quell’individuo di scrivere qui… Salvo ovviamente che non sia folgorato sulla strada di Damasco e non intenda presentarsi e scusarsi… (Al momento ammetto che mi piacerebbe che fosse folgorato, nel senso che lo pigliasse un fulmine….. su quale strada ha meno importanza… 🙂 )
Chi ha il male dentro…sa vedere solo il male… !
Ok.. mi sono un po’ calmato e spiego il mio sfogo… e la mia rabbia nei confronti di gente così.. così come nei confronti di tutti i forum gestiti da pazienti che hanno il solo scopo di alimentare la disperazione, che ammettono che non esistono soluzioni e riconoscono l’odissea dei pazienti ma per principio attaccano chiunque quelle soluzioni le proponga… Me in particolare visto che alla fine l’unico che proponga soluzioni reali e con alta visibilità in rete, sembro essere io! Chi si comporta così è complice dei quei medici per i quali soffrite… E anche se per fortuna non succede certo spesso.. se qualcuno è arrivato ad ammazzarsi.. E’ anche colpa di gente così e non solo dei medici… Non delle vertigini ma di chi ha fatto di tutto per togliere ogni speranza.. E magari contro ogni evidenza. A volte vorrei che davvero esistesse l’inferno dantesco… .
Ora il problema è perchè lo fanno…con che vantaggio e perchè attaccano soprattutto me?
Perchè io propongo una terapia che per essere accettata obbliga a vincere le proprie fobie…a guardarsi dentro e riconoscere l’enorme ruolo dello stress, accettare che si hanno dei limiti e delle responsabilità caratteriali a volte, e che non è solo sfiga se si hanno acufeni o vertigini.. E quanto avviene qui avviene anche nei rapporti umani… dove si cerca in tutti i modi di denigrare l’altro per evitare di farsi autocritica e domandarsi se il problema non è la propria incapacità di prendere una decisione e affrontare una terapia… La gente ha iniziato ad attaccarmi in un momento ben preciso della mia carriera… Quando ho iniziato a proporre i neurofarmaci in terapia spiegandone il ruolo fondamentale.. Ma è molto più comodo pensare che la colpa sia di un misterioso virus e della circolazione o della cervicale che pensare che i propri disturbi sono di natura psicosomatica e richiedono anche una cura per lo stress, l’ansia, i disturbi di panico, le fobie, l’incapacità decisionale… Toccare il proprio ego e superare i propri limiti fa male… Ma è un male che aiuta a stare bene e a crescere! E dal dovere di crescere nessuno è esente! O perde il diritto di lamentarsi e cercare compassione.
Quindi io sono doppiamente colpevole..agli occhi di alcuni. Ho una cura..sanno che funziona ma per funzionare richiede qualcosa per loro di inaccettabile… Nello stesso modo in cui per gli incapaci quelli che hanno successo sono tutti raccomandati di sicuro… per chi fatica a trovarsi un uomo…le belle ragazze che hanno successo…sono tutte poco di buono ecc… Non si hanno demeriti… E’ sempre colpa degli altri!
Quando cardine della mia terapia era solo la dieta… per scomodissime 5-6 settimane per tutti… i problemi li avevo con gli obesi gravi incapaci di autoregolamentarsi… ma mangiavano un panino di nascosto poco prima di salire per fare la visita di controllo e giuravano… che avevano fatto la dieta perfettamente… ma che per motivi ormonali, stranamente non calavano di peso… Ma siccome con la mia dieta chi è in sovrappeso non puà non perdere peso o addirittura aumentarlo… e siccome non sono proprio nato ieri… ecco la confessione di adulti in lacrime… che mi trattano come se io fossi il mostro di cattiveria che impone a loro di soffrire e non quello che chiedendo sacrifici sta cercando di curarli…
Infine ci sono quelli con evidente vantaggio secondario che del lamentarsi hanno fatto uno stile di vita e della loro condizione di malati un alibi…. che permette di evitarsi la domanda autoimbarazzante.. Ma siamo sicuri che senza acufene e senza vertigini riuscirei a fare quel che oggi credo mi sia impedito per i miei sintomi?
E poi vi domandate perchè gli altri medici vi rifilano un integratore o vasodilatotori, vi riempiono di esami per prendere tempo sperando andiate altrove, o cercano di farvi acquistare qualcosa invece che seguirvi in una vera terapia e di aiutarvi a superare le vostre ansie e paure, a volte perfino in modo diretto e poco diplomatico ? Fare il medico è come fare lo sportivo professionista o l’artista o il musicista … Se non ami il tuo lavoro e l’oggetto del tuo lavoro… non lo puoi fare!
Dott. La Torre, ha avuto troppa pazienza. Intendo: troppa pazienza di spiegare a chi non vuol ascoltare, anzi tira dritto a sostenere la tesi dell’imbroglione, senza nemmeno valutare per un istante, che forse questa volta non è il caso. Non credo proprio che le persone che la stimano e hanno fiducia in lei siano tutti sprovveduti o creduloni, non questa volta, non dopo aver parlato con un suo ex paziente che, grazie al suo aiuto, è tornato a vivere. La prossima volta non abbia troppa pazienza, semplicemente….don’t feed the troll! 😀
Grazie, ma commette anche lei un errore… Un singolo paziente non prova nulla.. Potrebbe aver avuto benefici spontanei e io e la mia terapia non avere alcun merito… Il principi è un altro… E si chiama diritto di innocenza… Se si vuole dare a qualcuno dell’imbroglione lo si deve provare… non attribuirgli colpe solo per appartenenza a una catogoria che peraltro io sono il primo a criticare.. e dalla quale mi distacco. E i medici non sono tutti disonesti o imbroglioni… Semplicemente molti di loro, troppi.. non amano o hanno smesso di amare il proprio lavoro… e non si appagano del successo primario… ovvero quello di far star bene il paziente… Nel mio campo specialistico è molto frequente… ma non estrapoliamo.. Io non attacco tutti i medici… attacco QUEI medici che fanno male ai pazienti e alla Medicina…
che dire?? io posso parlare per esperienza personale sia pre e post (o meglio durante dott.La Torre). Credo ormai di avere una esperienza nel campo delle vertigini difficile da trovare tra i pazienti e questo lo dico perché fin dai tempi del liceo ne ho sofferto e fin da quegli anni ho girati i più disparati e mega professori, girando l’Italia in lungo e in largo. Alla fine, quasi per caso dopo aver provato di tutto e dopo un periodo di benessere anche abbastanza lungo, ho conosciuto il dott. La Torre nel febbraio 2013, o meglio l’ho conosciuto qualche settimana prima, ma ero in cura da un altro otorino che mi diagnosticò l’idrope endolinfatica (unico merito in quanto nessuno mai l’aveva mai diagnosticato prima). Ho scoperto poi che era un dottore conosciuto dal dott. La Torre e che in TEORIA, applicava la stessa terapia. In pratica è completamente diversa!! I neurofarmaci non sono usati e infatti si è visto. Sono stato bene 15 giorni poi una crisi mai avuta in anni.
Quella stessa sera conobbi via skype il dott. La torre e sono contento di aver fatto la sua terapia. Ora siamo ad un altro stadio……arrivare alla consapevolezza di avere dei limiti, di essere umano e non perfetto, di dover fare delle scelte, di metter mano alla mia parte interiore. Oltre alla professionalità va evidenziata una dote del dott. La Torre…LA DISPONIBILITA’. VIa watsapp lo sto stressando parecchio ultimamente, ma risponde sempre…..beh uno così, caro daniele dove lo trovi?? Dove lo trovi uno che lo paghi la prima volta e ti segue sempre?? Io ho speso diversi soldi in giro e ogni volta che facevo una visita erano anche centinaia di euro…poi li chiamavi e sembrava che gli rompevi le palle!!
Io dico una cosa. Se ci sono delle critiche, entrate nel merito, nella materia….
Cosa ne pensa del diabete mellito? Nel senso, ovviamente, della possibilità di difficoltà della microcircolazione, come quelle che provocano la retinopatia o in generale, le neuropatie periferiche. Il taglio del nervo, poi, chi lo dovrebbe praticare e quali sarebbero le conseguenze definitive? (se ve ne sono) Grazie.
Nessuna relazione tra diabete e vertigini. E nessuna tra circolazione e vertigini. Un problema circolatorio cuaserebbe danni permanenti che equivalendo alla distruzione dlel’orecchio non potrebbero poi causare vertigini. La neurectomia ha come consegienza certa la perdita della funzione vestibolare dal lato operato con necessità per il cervello di compensare in modo non fisiologico cosa che spesso richiede l’aiuto di un periodo di riabilitazione. Ci sono poi ulteriori rischi sull’udito visto che e fibre del nervo cocleare sono praticamente unite a quelle del nervo vestibolare qualora l’intervento non fosse eseguito perfettamente per non parlare di microvasi che potrebbero essere erroneamente chiusi. Con conseguente sordità permanente. Ma se eseguito correttamente da veri esperti che lo sappiano eseguire bene non è poi così drammatico. Solo illogico.
Grazie della cortese risposta. Sono diabetico, ma ben compensato e non ho particolari problemi dovuti alle complicanze. Ho letto con interesse il suo blog e in effetti mi riconosco in molte questioni legate allo stress e all’ansia. Il primo episodio di vertigini lo ebbi 3 anni fa (ho 46 anni) in un periodo abbastanza complesso. Sicuro di definirle vertigini perchè avevano tutte le caratteristiche delle veritigini oggettive (stanza che ti ruota attorno), con fenomeni neurovegetativi quali vomito e diarrea. Nel tempo pochi altri episodi anche se da un pò, oramai, mi sento sempre un pò “vuoto” e con un senso dell’equilibrio non perfetto. In tutti questi casi, però, ho sempre notato che alcune ore prima ero stato esposto a vento forte e/o aria condizionata alla testa/collo. Eppure non dovrebbero esserci connessioni. Da un paio di settimane un qualcosa che non saprei se definire vertigine, solo alzandomi dal letto (pochi istanti) o abbassandomi sul cuscino, ma non girandomi da straiato. Quando ebbi quel fenomeno violento, invece, ero straiato su un fianco. Grazie e buon lavoro.
Grazie per la cortese risposta. Le spiego: ho 46 anni, diabete mellito tipo I ben compensato, e quasi nessuna complicanza associata. la mia domanda era relativa al fatto che, stando a quello che ho potuto leggere, ho avuto solo un paio di veri episodi di vertiogine oggettiva a partire da 3 anni a questa parte. Dico oggettiva perchè corrisponde a quanto descritto da lei stesso e che possa essere definito vertigine. Per il resto provo spesso la sensazione di camminare squilibrato e da circa 3 settimane mi capita di avere la stessa sensazione quando mi alzo dal letto la mattina. Ma sono cose lievi e durano pochi secondi quindi no saprei come definirle onestamente. Sul discorso del nervo la mia domanda non è evidentemente riferita a me stesso ma a considerazioni di carattere generale. Grazie.
Io soffro di vertigini da 2 anni che vanno e vengo , acufeni sempre presenti all’ orecchio dx e sensazione di pienezza ad entrambe le orecchie in piu a dx non ci sento praticamente piu . L’ otorino mi ha consigliato gli esami da lei citati che ancora non ho eseguito e ha presunto un’ otosclerosi … che cosa posso fare per capire effettivamente cosa è successo , cos’ ho e come risolvere realmente il problema? Grazie
Un ottima partenza sarebbe leggere bene il mio sito http://www.idrope.com e i molti altri articoli correlati che trova anche in questo blog… Capirà allora che non sono gli esami quelli che ci servono…
Gentile Dott. La Torre,
complimenti! Ho gradito il suo articolo, tanto piacevole (alla lettura) quanto vero, e NON la tempesterò di domande come tutti (ho già visionato il sito approfonditamente!).
Volevo solo riflettere con lei sul fatto che chi è più disagiato economicamente e lontano da lei geograficamente NON HA ALTRA SCELTA se non quella di rimanere in balia di dottori sfaticati, superficiali, alcuni dei quali a differenza sua non chiedono soldi (nelle strutture che accettano l’esenzione di cui usufruiamo) ma molti dei quali si comportano come nel suo testo. Mia madre ad esempio, 50 anni, con spondilosi cervicale, 3 ernie dovute a postura scorretta per artrosi a una caviglia dovuta a una microlesione mai curata (sempre per negligenza della ‘casta medica’) e problemi conseguenti alla tiroidectomia totale, tutti potenziali concorrenti negli episodi di vertigini e due volte svenimento, sui quali NESSUNO riesce a far luce. Lei deve assolutamente guadagnare, ha studiato tanto per questo, la capisco essendo neolaureata, con master in conseguimento, e ci mette l’anima nel suo lavoro… Bravo lei, e bravi noi, che con fede abbiamo visitato strutture e specialisti vari qui nella provincia di Bari, perché chi medica le ulcere diabetiche di mio padre è proprio mamma (non è prevista alcuna forma di assistenza domiciliare sul territorio) e non si può mettere a letto per paura di ri-sbattere la testa. Un vero peccato! Staremmo tutti meglio, mia madre come i parenti degli stessi medici, se qualche dottore in più si aggiornasse, si preoccupasse, si impegnasse moralmente, si mettesse una mano sul cuore prima che sul cazzo del portafoglio.
E’ tutto il sistema sanitario, la casta, a funzionare male, è vero, in un sistema malato non è il singolo a poter risolvere tutto… Certo che il mare è fatto di gocce, e se non è il singolo a provare a rivoluzionare il proprio mondo, non cambierà mai nulla!
Tanti auguri per la sua carriera, come dottore e come satirico data la retorica su sfoggiata, spero fatta di bei gesti concreti oltre che di parole cazzute..!
Io non sono lontano geograficamente da nessuno visto che faccio consulenze su skype… Quando metto la mano sul portafoglio ci trovo al massimo 160 euro per ogni paziente che seguo a vita senza chiedere altro…Se questo è pensare ai soldi… E da singola goccia ho provato a cambiare tutto il mare ma è impossibile.. per cui come la famosa particella di sodio, resto solo a fare la particella diversa senza conformarmi. E’ non il sistema sanitario a funzionare male… E’ il genere umano…
Caro dottore, tutto quello che ha scritto é pura verità. Soffro di vertigini dal 1982 erano occasionali, mi dicevano che era l’adolescenza che le inventavo e quant’altro dopo un paio di anni 1984 non sentivo dall’orecchio sinistro,fui ricoverata e mi diagnosticarono sindrome di meniere ho sempre preso il microser sono andata avanti per anni così poi per 14 non ho avuto più problemi ma tre anni si sono presentate di nuovo e per 4 mesi quasi tutti i giorni avevo vertigini quando violente con vomito e duravano fino a 4 ore quando più leggere. Sono passati 3 anni sono stata bene ma adesso si sono ripresentate. A volte mi sento sfiduciata, sento di non reggere ma cerco di darmi forza. Non riesco a fare la RM perché soffro di panico se lei dottore può aiutarmi per favore si metta in contatto il mio indirizzo e-mail. Ce l’ha
Per consulenze con me bisogna vedere su http://www.idrope.com/info.html
ho 64 anni e non più di 10 anni orsono ho incominciato a soffrire di acufeni e ipoacusia e nel tempo ho imparato a “conviverci”..comunque. Questo anno purtroppo un altra patologia si è affacciata… VERTIGGINI senza preavviso!…sono incominciate con piccoli e sporadici episodi, ogni ricorso al P.S. si è rivelato inutile (e parliamo di decine di volte)….ad ogni richiesta di aiuto la diagnosi era diversa….passando dalla ipertensione alla cervicale e in un caso…al fatto che il tabalgismo potrebbe esserne anche la causa!….tre ricoveri in neurochirurgia…dove ho scoperto di avere un piccolo neurinoma al n. acustico sx. Bene conclusione…..non hanno capito una mazza, ho quasi smesso di viaggiare in macchina, non vado più a caccia, in barca devo accompagnarmi sempre con qualcuno…e divento sordo ogni giorno di più, ma per gli otorini non ci sono grandi problematiche, le vertigini, anche di natura violenta peraltro, rimangono un mistero e al momento dell’episodio mi è stato prescritto di prendere del vertisec….se poi sono accompagnate da coniti di vomito….vuol dire che…ho mangiato troppo (attenzione sono quasi astemio)…!!!!!!!.. SIGNORI, CHI VI SCRIVE NON ABITA IN SOMALIA O IN ANGOLA…MA A CUNEO, PIEMONTE…QUINDI DOTT. LA TORRE DI COSA SI MERAVIGLIA….
Io non mi meraviglio affatto.. denuncio semplicemente qualcosa che alla fine san tutti. Però ci sono alternative allo star male. E modi per affrontare i problema senza vivere una odissea.
io so solo che sono dal 2007 che convivo con le vertigini ho girato tutti i specialisti di roma ma nessuno mi ha guarito anche dal dott. la torre che mi voleva curare con degli anti depressivi ho speso un casino di soldi e mi sentivo solo dire secondo me e cervicale o secondo me sono le orecchie alla fine un professore mi ha detto e un contrasto tra orecchio e cervicale e mi ha salutato.
Quella cura con “antidepressivi” (che non lo sono, sono neurofarmaci) è quella che insieme al resto delle componenti della terapia, che mi ha permesso di dare benefici al 100% dei pazienti con vertigini che ho trattato, a quanto ha me risulta e da quanto emerge anche da sondaggi effettuati nel gruppo di supporto recentemente creato)… Se poi le la cura non la vuole fare e quindi non ottiene risultati non facendola penso debba astenersi dal fare critiche su ciò che non ha mai provato.
Se, oltre a criticare ciò che non va, desse anche qualche suggerimento terapeutico pratico per chi soffre di questo disturbo, sarebbe cosa gradita.
Oh certo mi scusi.. il consiglio pratico e gratuito che le do è quello prima di scrivere cretinate di informarsi .. magari fare qualche clic…qua e là.. Scoprirebbe che ho un intero sito di spiegazioni, che ho praticamente risultati con le vertigini in quasi il 100% dei pazienti che tratto da venti anni, che sul mio sito http://www.drlatorre.info c’è spiegata perfino la terapia e tutto quel che serve per capire… e che se vuole metterla in pratica ovvero fare una cura basta prenotare.. pagare (poco, non si preoccupi, non sono caro, o li vuole gratis pure i consigli pratici come li chiama lei?) e voilà, a meno a che non abbia anche come mia paziente questo atteggiamento critico, il che la farebbe durare poco come mia paziente, potrà avere una cura…
Spero che adesso sia soddisfatta dei consigli pratici ricevuti…
Certi commenti mi fanno passare la voglia di curarle le persone… 😦
Sì, ma quindi? A parte queste ben precise e lucide elucubrazioni, qual è la cura oltre al microserc? Il medico specializzato dice di conoscerla perché quindi non viene diffusa? Io ho necessità di dare il mio massimo aiuto a mia madre. Cosa devo fare a parte perdere tempo nel leggere qualcosa che è strettamente legato al mondo medico? Il paziente vuole la cura, il medico la crea. Senza paziente non esiste medico alcuno, per cui, ho tutto il diritto, in quanto figlio di paziente, di conoscere la cura che tanto si decanta qui. Qual è?
Se lei invece di scrivere cose assurde leggesse di più… Io certamente non prescrivo quel farmaco (vietato nominare farmaci in uno spazio pubblico e soprattutto la mia terapia è regolarmente spiegata sul mio sito..
Ah già ma per lei leggere… come ha precisato… è solo perdita di tempo…
Diritto di conoscere la cura? Pur non essendo il mio modo di esprimermi e pensare ci starebbe se io le dicessi che ho il diritto di essere pagato? Quindi se la cura la vuole in dettaglio per farla… prenoti la consulenza.. paghi e sarà accontentato..
O pensa di farsela da solo?
Ma considerato che poi ci sta ancora molto da leggere e perfino fare un test di verifica di comprensione per poter avere la prescrizione… (il paziente ovvero sua madre)… se sua madre la pensa come lei circa l’inutilità del leggere… meglio risparmiare..